IoMandala


Testo del volantino:

 

 

COS’E’ E DOVE NASCE IL MANDALA

 

Il Mandala è un’Arte di Potere e Armonia che usa la Geometria Sacra, i Numeri e le Frequenze del colore. In Occidente la cultura del Mandala si è diffusa soprattutto dal 1973 quando il Dalai Lama ha dato il consenso a che il rituale tibetano del Mandala venisse diffuso nel mondo.

 

In Europa il Mandala, grazie a Carl Gustav Jung,  è diventato  uno strumento psicoanalitico e terapeutico che si attua attraverso la linea e il colore  organizzati nello spazio circolare mandalico. Secondo Jung le malattie e le inquietudini nascerebbero, dall’ abbandono del nostro Archetipo originale.

 

In America è stata di grande rilievo la nuova visione del filosofo e scrittore Josè Arguelles, che del Mandala illustra l’universalità e il principio evolutivo come viaggio personale: noi cambiamo mentre elaboriamo il Mandala, collocandoci fuori dallo spazio-tempo.

 

A COSA SERVE IL MANDALA

 

Il Mandala ha in sè un grande valore grafico-simbolico: per questo è stato e viene utilizzato nei rosoni e nelle vetrate dei luoghi di culto (e anche nei loghi della pubblicità commerciale).

 

Esso, come simbolo dinamico per eccellenza, tende costantemente alla Perfezione, all’Ordine, all’Equilibrio in un continuo movimento tra le polarità.

 

PERCHE’ IOMANDALA

 

IoMandala è una Via artistica di autoconoscenza e benessere psico-fisico integrale. Disegnare, colorare, meditare il proprio Mandala aiuta ad esempio a vincere lo stress,  trovare la con-centrazione,  ritrovare la chiarezza mentale, risvegliare l’intuizione, mettere ordine nella vita.

IoMandala si propone come un metodo piacevole che procura la calma necessaria per voler bene a se stessi e rendere la vita un’esperienza consapevole e gioiosa.

 

QUALI LABORATORI

 

Laboratori-base di introduzione al colore, al disegno e al simbolo.

Laboratori tematici che lavorano su temi a soggetto, ad esempio: la propria data di nascita; i simboli della geometria sacra come il fiore della vita e la sezione aurea; il labirinto; i circuiti grafici di protezione, ecc., espressi  attraverso tecniche artistiche (pittura, incisione, collage e altre).

Laboratori individuali su richiesta.

 

A CHI E’ DIRETTO E DOVE

 

Agli adulti che vogliono iniziare un percorso per conoscere meglio se stessi. Ai bambini/ ragazzi delle scuole elementari e medie inferiori. Agli adolescenti delle scuole superiori,

I Laboratori si svolgono presso l’Atelier Arcaluce, in Via Guido Rossa 46, a Paviola di San Giorgio in Bosco (Pd), oppure in collaborazione con Scuole e Associazioni.

Per informazioni o inserimento nella mailing list di IoMandala contattare il 348 3036165 o scrivere a: info.iomandala@gmail.com

 

“Come l’albero a forma di spirale sorge coi suoi rami eterei attorno al suo centro, come

il diamante cristallizza la luce attorno a un cuore invisibile, come la vita è progetto e raggio,

cerchio e quadrato, come tutte le cose hanno

un Sé, in tal modo il dio ci conduce.”

 (Carl Gustav Jung)

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“Un Mandala consiste in una serie   di forme concentriche, evocative di un passaggio tra

diverse dimensioni. Nella sua essenza, esso si riferisce non soltanto alla Terra ma al

macrocosmo e al microcosmo….Esso è la

soglia tra i due.”

(Josè Arguelles)

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“L’uomo saggio guarda nello spazio e non

considera ciò che è esiguo come troppo piccolo,

né ciò che è grande come troppo grande;

perché egli sa che non c’è limite alcuno

alle dimensioni.”

(Lao Tze)

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“Il cerchio ha il potere di guarigione.
Nel cerchio, siamo tutti uguali.
Nel cerchio, nessuno è davanti a voi.
Nessuno è dietro di voi.
Nessuno è di sopra di voi.
Nessuno è di sotto di voi.”
(Dave Chief, Oglala Lakota) 

 

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Luigi Merlo, incisore, pittore e cultore di Mandala, condivide da decenni la sua personale ricerca artistica con esposizioni, percorsi di arte incisoria e laboratori creativi con la via “IoMandala

 

Atelier ARCALUCE Associazione, Spazio Arti e Ricerca Interiore

Via Guido Rossa 46 Paviola di San Giorgio in Bosco (Pd)

info.iomandala@gmail.com - arcaluce@gmail.com

cell. 348 3036165 - www.luigimerlo.jimdo.com

 

 


Maggio 2016

 

5 - L' UNIVERSALITA' DEL MANDALA

     di Josè Arguelles

 

Molti cultori contemporanei del Mandala riportano spesso senza citarne la fonte e gli autori interi paragrafi de Il Grande Libro dei Mandala, prima edizione americana nel 1952, edito in Italia nel 1980 da Edizioni Mediterranee, best seller, ormai introvabile. 

La mia devozione per gli autori Josè Arguelles, filosofo e scrittore visionario che ha lasciato il corpo  nel 2011, e sua sorella Miriam, mi spinge a ricordare in poche righe cosa aveva detto questo Maestro nelle prime pagine del libro a proposito di Centro e Universalità del Mandala.

 

La terra è un mandala vivente, all’interno della quale fluisce una successione di mutamenti  soggetti agli infiniti processi di crescita e di trasformazione. Un mandala consiste in una serie di forme concentriche, evocative di un passaggio  tra diverse dimensioni: al macrocosmo e al microcosmo; esso è la soglia dei due. Il Mandala è Terra. è Uomo, è Atomo, è Galassia, proiettati reciprocamente uno nell’altro.

 

L’universalità del Mandala è nella sua unicità, il principio del centro.  Il Centro è l’inizio del Mandala come l’inizio e l’origine di tutta la forma e di tutti i processi. Al principio era il Centro (il centro della mente di Dio, il sogno di Brahmam, le galassie che si espandono al di là delle lenti dei grandi telescopi). Dalla medesima inesauribile sorgente tutti i semi hanno origine e crescono,  tutte le cellule realizzano la loro funzione: il principio centrale si manifesta  attraverso un fiore, una stella, ecc.,  ed in ciò noi scopriamo l’universalità cosmica. 

 

Il Centro del Mandala non è soltanto una costante esteriore dello spazio, ma anche del tempo: il Centro del tempo è ora. Esso è il culmine della consapevolezza indefinibile: vivendo totalmente ora,  l’esistenza dell’identità si dispiega come un Mandala. Nell’anima ciascun uomo è il Centro della propria bussola  e delle proprie esperienze: il Centro esiste continuamente. In tutte le epoche gli uomini hanno ricercato l'unità, la perfezione: l'unica immagine durevole che è riuscita a rappresentare questo ideale in tutto il mondo è il CERCHIO.

Il Centro esiste continuamente, prima come un seme, poi come uno stelo, il tronco o la spina, e infine nel fiore, da dove viene un nuovo fiore.

Dice Arguelles che le tre proprietà base del Mandala sono un centro, sempre costante; la simmetria, che può essere bilaterale o dinamica, rigida o fluida; i punti cardinali che stanno anche per le stagioni e i quattro elementi o anche per punti innumerevoli lungo la circonferenza. 

In sanscrito Mandala significa cerchio e centro. Il suo disegno tradizionale spesso utilizza il cerchio - simbolo del cosmo nella sua interezza  - ed il quadrato - simbolo della terra o del mondo fatto dall’uomo.

In Tibet il Mandala ha conseguito uno sviluppo più completo e più pieno,  sia come forma artistica che come rituale di meditazione: il Centro della Deità  è contenuto entro il quadrato, il palazzo dell’essere interiore, cinto da serie di cerchi posti a simboleggiare fasi particolari  dell’iniziazione o il livello di conoscenza. 

 

Le pitture su sabbia adoperate dagli Indiani d’America presentano molti paralleli con i Mandala tibetani e gli yantra, tutti hanno l’attributo di una meditazione in sè completa che impedisce alla mente di errare per ogni dove, rivelando la loro potenzialità di guarigione e la capacità di auto-orientamento.

Qualunque cosa gli sia di fronte, alle spalle e a sinistra o a destra, o di sopra o di sotto, ciò che era ieri o che sarà domani, il centro rappresenta sempre l’individuo,  colui che ha la consapevolezza dell’eterno presente.

Tutti gli esseri umani e tutte le cose si realizzano uniformemente come  emanazioni dell’Uno Tutto Divino: si tratta di una conoscenza sacra  di cui il Mandala è un modello strutturale “ Dio è una sfera intelligente  il cui centro è ovunque e la cui circonferenza in nessun posto”. 

 


 

Marzo 2016

 

LA VIA IOMANDALA

 

Non è raro per chi ama disegnare o dipingere seguendo la propria intuizione, accorgersi dopo un certo tempo, a volte anche lungo, di aver costruito un proprio stile fatto di coerenza formale, equilibri, centrature, rapporti, pesi e così via nell’organizzare lo spazio bidimensionale dell’ Opera.

 

Ci si accorge anche che questo “modo” è personale, cioè assolutamente proprio, nel momento in cui si segue spontaneamente delle “regole” che tutti abbiamo dentro. Lo si può vedere nella ricorrenza di certe forme o simboli, oppure di determinate geometrie, di alcuni colori. Ma ciò che spesso  accomuna queste Opere è che esse hanno tutte un centro e una periferia che solitamente si identificano in un cerchio (considerato simbolo di cielo) o in un quadrato (considerato simbolo di terra).

 

Poi, un giorno, leggendo le ricerche svolte dallo psicanalista Carl Gustav Jung o del filosofo Josè Arguelles ci si accorge che quel modo di disegnare e/o di dipingere esiste già ed è chiamato Manda-La, dall’antico sanscrito “contenitore dell’essenza”. A questo punto si spalanca un universo: si scopre che il proprio bisogno di armonia, di ordine superiore, di convergenza, di simmetria, di equilibrio dinamico esiste dentro di noi e si chiama Mandala.

E si comincia a scoprire come anche in natura siano presenti tantissimi esempi meravigliosi di mandala: un fiore, una conchiglia, l’iride dell’occhio, un cristallo di neve o di acqua come quello in figura, ecc.

 

Non è sempre facile prestare attenzione a questo mondo, bombardati come siamo da un’infinità di immagini digitali velocissime “usa e getta”, ma quando si è "pronti", si viene richiamati magicamente senza una ragione da un’arte la cui bellezza non sta solo nella sua forma esteriore ma anche nella sua funzione estetica di autoconoscenza e di conseguimento di un benessere immediato.

 

E tutto il movimento all’interno del piano dell’Opera tra il limite fisico esterno e il punto senza dimensione al centro ci appare talmente congeniale e richiama i modelli originari dei nostri archetipi innati, donandoci un equilibrio e una calma sempre nuovi. 

 

Questa Via può essere chiamata IoMandala. Essa di propone di andare al di là di ogni intento decorativo o esercizio di stile, bensì di tradurre l’opera d’arte, eseguita con qualsiasi tecnica pittorica o grafica, in una esperienza strettamente individuale di maggiore consapevolezza di sè in cui l’autore viene ad identificarsi e a specchiarsi nel mandala stesso e il mandala diventa necessariamente testimonianza autobiografica, una sorta di impronta o mappa natale unica ed irripetibile. Del resto, non è questo lo scopo perduto dell’Arte?

 


Aprile 2018

  

C'è fame di Bellezza per ritrovare il proprio Centro

C'è bisogno di Silenzio luminoso per Contemplare

 

COME L'ARTE PUO' RIVIVERE NEL MANDA-LA

 

Quando gli artisti e i poeti non sanno più testimoniare le Leggi archetipiche dell'Universo, per unire anzichè separare e per armonizzare anzichè discordare, qui sulla Terra, dovrebbero avere il coraggio di lasciare il pennello e la penna.

 

 

   Anni fa ebbi un’esperienza di consapevolezza, probabilmente nel momento giusto, quando impostavo lo spazio delle incisioni e dei dipinti sempre su una base quadrata che racchiudeva al proprio interno un nucleo protetto da una cerchio. All’improvviso si aprì un universo: stavo semplicemente rispondendo ad un bisogno incontenibile di armonia, di un ordine superiore, di convergenza, di equilibri dinamici, che si chiamava Mandala.

     Con il pensiero corsi immediatamente ai classici Mandala tibetani eseguiti con fini sabbie colorate dai monaci buddhisti, ma anche alla forma ellittica pur irregolare della cinta muraria cittadellese dove la forma protettiva della pianta architettonica medievale era uno con le funzioni militari.

     Manda-La, letto comunemente Mandala con l’accento sulla prima “a”, è un termine oggi diventato quasi di moda ma che rimane misterioso. Esso, secondo un étimo della lingua sanscrita antica, sta per "raccoglitore dell'essenza" e corrisponderebbe ad uno stato di vuoto-pieno, dove tutto - visibile e invisibile - si cala nel pre­sente, nel qui e ora, senza tutta quella "colla" che ci tiene attaccati e identificati al quotidiano non permettendoci di vedere la real­tà del momento, come diceva una mia amica pittrice di Mandala.

     Nel Mandala tutto scaturisce dal Centro e al Centro ritorna. L’unico simbolo durevole che è riuscito a rappresentare l’ideale di unità e di perfezione è il Cerchio. E lo si  scopre con gioioso stupore anche in natura nel fiore, negli astri del cielo, nell’iride dell’occhio, nel cristallo di neve o di acqua e così via, ma viene spontaneo immaginare a volo d’uccello anche la Terra come un grandioso Mandala vivente, tridimensionale, scoprendo che il Mandala è Atomo, è Pianeta, è Galassia, proiettati reciprocamente uno nell’altro.

     Venendo alla nostra vita ordinaria, solitamente si cerca la soluzione dei propri problemi al di fuori di noi stessi. La risposta potrebbe invece essere trovata proprio dentro di noi, nella nostra natura più intima. Abbiamo così poca stima di noi stessi, nonostante le apparenze esteriori, da ritenere che sicuramente qualcun altro è più bravo di noi a risolverci i problemi.

     Ma se tutto è Mandala, come mai l’uomo trova difficoltà ad integrarsi nella Creazione? A questo proposito, Carl Gustav Jung suggerisce che le nostre malattie e inquietudini nascerebbero dall’abbandono del nostro Archetipo originale, cioè del Modello primordiale – perfetto - da cui proveniamo. In Europa, grazie proprio a Jung, il Mandala è diventato uno strumento psicoanalitico e terapeutico che attinge soprattutto dal mondo del sogno e si attua attraverso il segno, il simbolo, il colore  organizzati nello spazio circolare mandalico secondo i quattro punti cardinali.

     Di più, qualunque cosa gli stia di fronte o alle spalle, a sinistra o a destra, di sopra o di sotto, ciò che era ieri o che sarà domani, il Centro, secondo Jung, rappresenta sempre l’individuo, colui che può avere la consapevolezza dell’eterno presente.

     Non è sempre facile prestare attenzione a queste riflessioni, bombardati come siamo da un’infinità di immagini digitali velocissime “usa e getta”. Ma quando si è "pronti" arriva la risposta e si viene come richiamati magicamente, senza una ragione, da una fame di Bellezza, che “esteticamente” sa integrare la forma esteriore con il contenuto di autoconoscenza e di autoguarigione psicofisica.

     In America è stata di grande rilievo, a mio avviso, la nuova visione del filosofo e scrittore Josè Arguelles, che del Mandala ha illustrato l’universalità e il principio evolutivo come viaggio personale: noi cambiamo mentre elaboriamo il Mandala, collocandoci senza saperlo fuori dalla nostra dimensione spazio-tempo.

 


Gennaio 2016

 

PERCHE' IL MANDALA 

  

 

   La parola Mandala è diventata il nome comune per designare tutto ciò che ha forma circolare. In realtà, per Mandala si intende una forma d’arte sacra, uno strumento di contemplazione e preghiera. Di più: è l’immagine del Palazzo Celeste dove risiedono le divinità che i monaci tibetani visualizzano durante la meditazione dopo anni di studio e pratica, poiché nulla nel mandala tradizionale è lasciato al caso.

 

     In Occidente il Mandala è diventato familiare grazie a Carl G. Jung, che ogni mattina faceva un piccolo mandala per auto-analizzarsi attraverso l'interpretazione delle forme oniriche che apparivano sul foglio. Così il Mandala ci è stato donato come espressione di meditazione, centratura, autoconoscenza e specchio del proprio essere.

 

   Ma cosa significa precisamente? Manda-La significherebbe "cogliere l'essenza" e corrisponderebbe ad uno stato di vuoto, di non-mente, dove tutto - visibile e invisibile - si cala nel presente, nel qui e ora, "senza tutta quella 'colla' che ci tiene attaccati e identificati al quotidiano non permettendoci di vedere la realtà del momento”.

 

  Chi voglia utilizzare il Mandala come strumento di benessere psicofisico e auto-guarigione, è tenuto ad accostarsi ad esso umilmente, con grande rispetto e sensibilità, perché il Mandala è una esperienza non spiegabile teoricamente: occorre attraversarlo e lasciarsi attraversare da esso lungo un cammino personale.

 

     La struttura del Mandala è anche la forma che rappresenta, meglio di tutte, le grandi Leggi organizzatrici dell'Universo. Di fatto è la massima rappresentazione della Geometria Sacra, la struttura morfogenetica che sta dietro alla realtà e risponde ad un Centro. Le “forme centrate” sono evidenti ovunque, nell’infinitamente grande come nell'infinitamente piccolo, in tutti i luoghi della terra  e in  ogni  tempo,  nella  natura e   nell'arte.   Lavorare  con  queste  forme universali, può aiutare enormemente a ritrovare il proprio Centro, il proprio vero posto in armonia con le Leggi Naturali e  Cosmiche.